S c r o l l D o w n

Who’s art for? Art workers against exploitation è un libro edito da postmedia books che raccoglie opere e saggi di quindici artiste, ricercatrici e professioniste dell’arte contemporanea dedicati allo sfruttamento del lavoro artistico e alla complessa sostenibilità delle pratiche di settore.
Nel 2016 The Art Newspaper aveva posto un secco interrogativo – What is art for? – agli addetti ai lavori dell’arte e ai professionisti della scienza, del terzo settore, dell’industria, della medicina, della moda, invitandoli a riflettere sul ruolo dell’arte nelle nostre vite, sul suo senso e sul suo scopo.
Il libro Who’s art for? Art workers against exploitation risponde alla necessità di discutere a fondo anche di chi l’arte la fa, in che condizioni e per quali interlocutori e interlocutrici, attraverso la voce e l’esperienza di artiste e ricercatrici. 
La scelta dei saggi e delle opere presenti nella pubblicazione, curata da Nicoletta Daldanise e Irene Pittatore, è avvenuta attraverso una open call internazionale.

Le autrici selezionate, Alba Colomo e Lucy Lopez, Federica Fontana, Eva Frapiccini, Đejmi Hadrović, Valentina Miorandi, Santa Nastro, Sandrine Nicoletta, Paz Ponce, Giada Pucci, Nuvola Ravera, Carme Sais, Anna Santomauro, con il contributo di Paola Dubini e Anna Pironti, si confrontano sui temi dello sfruttamento del lavoro artistico, sull’urgenza di equi compensi per chi opera nel settore dell’arte e sviluppa progetti per enti, istituzioni e organizzazioni che dispongono di fondi pubblici o privati; attraverso saggi, articoli, pratiche partecipative, opere grafiche e fotografiche, le autrici discutono di valore di un progetto artistico in termini economici, di senso e ricadute; offrono esempi di policy e buone pratiche messe in atto da organizzazioni e imprese a favore dei lavoratori e delle lavoratrici dell’arte; confrontano modelli organizzativi, economici e normativi per le organizzazioni artistiche, con particolare attenzione alla scena indipendente; dibattono su partecipazione democratica e inclusione di categorie vulnerabili all’interno dei processi e dei progetti artistici, con particolare attenzione alle forme di sostentamento, conciliazione e visibilità delle artiste all’interno della scena artistica internazionale, alla psicologia dello sfruttamento, al femminismo applicato alla gestione delle organizzazioni.

 

Le ragioni della scelta di aprire il concorso a sole artiste e ricercatrici sono ben espresse da Maura Reilly in Curatorial Activism. Towards an ethic of curating (2018): “Le statistiche dimostrano che la lotta per l’uguaglianza di genere e di razza nel mondo dell’arte è tutt’altro che finita. Nonostante decenni di attivismo e teorizzazione postcoloniale, femminista, antirazzista e queer, il mondo dell’arte continua ad escludere gli “altri” artisti, ovvero le donne, gli artisti di colore e gli artisti appartenenti alla comunità LGBTQ. La discriminazione nei confronti di questi artisti invade ogni aspetto del mondo dell’arte, dalla rappresentazione nelle gallerie d’arte, ai differenziali dei prezzi d’asta, alla copertura della stampa, all’inclusione in collezioni permanenti e programmi di mostre personali. Nella maggior parte dei musei tradizionali, i visitatori sono ancora costretti a cercare con attenzione le loro opere”.

Who’s art for? Art workers against exploitation è un progetto realizzato con i fondi raccolti attraverso la campagna di crowdfunding #whosartfor su Eppela, che ha visto la partecipazione di più di 100 sostenitori, e il supporto di +Risorse della Fondazione Sviluppo e Crescita CRT. I fondi raccolti, per un totale di € 7.255, sono stati impiegati per il 75% nella retribuzione del lavoro delle autrici selezionate, per le traduzioni, la progettazione grafica e la stampa della pubblicazione. Il restante 25% è stato utilizzato per i materiali di supporto alla campagna #whosartfor e per l’organizzazione del convegno.

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